martedì, giugno 20, 2006

L'Italia, Roma, La routine, Le Persone, Il Lavoro


Dopo venti giorni passati nel altro emisfero ci si rende conto delle enormi differenze tra le culture.
Penso che tutti venga un pò di malessere dopo aver assaggiato dei posti nuovi, tornare in un posto in cui si è coscienti di star male. Un mio caro amico ha raggiunto il punto di rottura e ha abbandonato la sua cara Roma per crearsi una vita in un posto più a genio. Non credo di arrivare a tanto perché primo tra tutto ho incontrato una persona speciale, e anche perché il mio impiego, per quanto faccia schifo nei metodi e nei modi, il 27 di ogni mese mi fa arrivare puntuale lo stipendio. Sono arrivato al punto di esser convinto di soffrire quel poco per riuscire nel tempo libero a fare ciò che mi piace. Ogni giorno bisogna sempre ingerire un boccone amaro in qualsiasi occasione, dal momento in cui si entra nel vagone della metro, o per attraversare il primo incrocio con l'automobile, o anche la semplice cafoneria delle persone con cui dividi il tempo lavorativo. Per fortuna tutte queste situazioni avvengono nella maggior parte dei casi solo nell'orario lavorativo (o per raggiungere il lavoro o per tornare a casa dal lavoro). Nel tempo libero sicuramente cercherò da evitare situazioni che mi rovinino le giornate; a freddo direi evitando di stare in posti e luoghi frequentati da italiani (non è razzismo ma intolleranza al modo di fare superficiale e strafottente dell'italiano medio).
In questi venti giorni fuori dalla routine ho avuto molto tempo di ricordare, meditare, capire, studiare, analizzare situazioni in cui ero protagonista e ho capito, fondamentalmente, due cose: non posso cambiare le persone, sono io che posso adattarmi a loro. Forse così riuscirò a vivere meglio, evitando di alterarmi, di farmi passare le giornate male e specialmente di pensare al congiuntivo.
Ho imparato che non sono in grado di risolvere i problemi di tutti, se le persone vogliono esser aiutare saranno loro a chiederlo. Non posso strappare le parole dalla bocca.
Questo non vuol dire che diverrò un italiano medio, giammai! Dico solo che ho imparato a farmi i fatti miei, se qualcuno non vuole la mia compagnia ci sarà un motivo, un motivo che sicuramente non dipende da me.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Niente di meglio che passare per caso in un locale in Giappone e vedere John Digweed al suo interno al lavoro.
Allora si che il lavoro piace.
Questo è un Medioevo tecnologico, abbiamo un Cristo Borg, ma sempre Cristo rimane.

L'italiano è il format vivente di un varietà televisivo... (n.d.panzo)

21/6/06 18:11  
Anonymous Anonimo said...

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21/7/06 19:19  

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